Uno
studio sul significato spirituale del Tabernacolo
- a cura del
Centro Comunitario Evangelico Castellanza (VA) -
|
Capitolo 9 :
L'Ultima separazione
«Diletti,
ora siamo figliuoli di Dio, e non è ancora reso
manifesto quel che saremo.
Sappiamo
che quand'Egli sarà manifestato saremo simili a Lui,
perché Lo vedremo comEgli è»
(1 Giov. 3:2).
1.
Vicino, eppure
lontano
2.
Dov'è il cielo?
3.
L'ultima porta
4.
La cortina
squarciata
5.
Il corpo
glorificato
6.
Manifestati con
Lui
7.
Chi entrerà?
1.
Vicino,
eppure lontano
Quanto è
meraviglioso essere nel tempio di Dio!
Già
il salmista sospirò: «Una cosa ho
chiesto allEterno, e quella ricerco: chio
dimori nella casa dellEterno tutti i giorni della
mia vita, per mirare la bellezza dellEterno e
meditare nel Suo tempio» (Sal. 27:4; 84:10).
Quanto è grande il compito che
svolgiamo là come sacerdoti di Dio,
nellintercessione e nelladorazione!
Nel Tuo tempio ben nascosto solo il pur di cuore sta;
egli svolge un ministero le cui forze niuno sa.
Lì lamore dà se stesso, lieto e mosso di pietà.
Lì mi sveli i Tuoi segreti, la Tua piena volontà.
Dentro al tempio Tuo nascosto dove aspetto il Tuo vigor
voglio amarTi, vo servirTi, consacrato a Te ognor.
In questo santuario spirituale ci
troviamo vicini al Signore: «ma ora, in Cristo Gesù, voi che
già eravate lontani, siete stati avvicinati mediante il
sangue di Cristo» (Efes. 2:13).
Siamo
vicini al Signore ... e tuttavia siamo ancora lontani! «Sappiamo che
mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal Signore» (2 Cor. 5:6).
Questo
e il prossimo versetto dicono letteralmente: «Sappiamo che
essendo nella patria del corpo siamo fuori la patria e
lontani dal Signore; ... desideriamo piuttosto
espatriarci dal corpo e essere nella patria presso il
Signore».
Nello spirito siamo
vicini e uniti al Signore, nello spirito ci troviamo
già con Cristo nei luoghi celesti (Efes.
2:6); ma il nostro corpo
e la parte cosciente della nostra anima sono ancora
separati da Lui da un velo, lultima separazione
tra il trono di Dio e noi.
2.
Dov'è il
cielo?
Cosa ci separa dal
trono di Dio, o con altre parole, dal cielo? (Sal. 103:19; Matt.
5:34; A-poc. 4:2)
Non
è una questione di chilometri, come se il cielo
fosse dietro lultima stella.
Nemmeno il razzo più potente e veloce potrebbe
mai arrivarci!
Invece il cielo è una
realtà spirituale e invisibile allocchio
umano, una realtà che non è legata a un
determinato posto topografico nelluniverso.
Il cielo è lontano non a
causa di una grande distanza in chilometri, ma
per il fatto che delle creature quali siamo noi
uomini, non sono in grado di vederlo e di entrare
in esso:
«Luomo
non Mi può vedere e vivere» (Es. 33:20;
Giud. 13:22).
|
Stefano, Giovanni,
Paolo e altri hanno visto i cieli aperti; per
loro il velo fu rimosso in parte
e per un istante.
A loro fu concesso
di dare unocchiata dietro la cortina, ma fu
solo per un attimo e non potettero entrare nel luogo
santissimo.
Carne
e sangue non possono ereditare il Regno di Dio e perciò
dobbiamo essere mutati prima di poterci entrare appieno (1 Cor. 15:50-52).
Il
nostro spirito è stato rigenerato quando ci siamo
convertiti al Signore, e da quel momento il nostro
spirito si trova già nel cielo, o nei luoghi celesti,
in un vivo e reale contatto con Dio che è Spirito.
Per
poter godere il cielo anche col nostro corpo e con la
nostra coscienza, ci vuole unaltra
rigenerazione, quella del nostro corpo.
Gesù
ci parla di questa rigenerazione in Matteo 19:28: «Io vi dico in
verità che nella nuova creazione (letteralmente
nella rigenerazione
),
quando il Figliuol delluomo siederà sul trono
della Sua gloria, anche voi che MI avete seguitato,
siederete su dodici troni a giudicare le dodici tribù
dIsraele».
Nel
momento di questa rigenerazione ... sarà
tolto il velo che cè sulle profondità della
nostra vita incosciente, e allora ci troveremo
coscientemente nel mondo spirituale, ossia nel cielo,
in altre parole: in noi si squarcerà
il velo, la separazione fra il luogo
santo (la nostra anima) e il luogo
santissimo (il nostro spirito).
Allora
ci sarà aperto il luogo santissimo e ci
troveremo in piena coscienza nel mondo di Dio.
Allora
conosceremo appieno, come anche siamo stati appieno
conosciuti (1 Cor. 13:12). Quindi
avrà luogo una rivelazione o uno
svelamento, che è il significato
letterale della parola Apocalisse (citazione Sidney
Wilson).
Prima di parlare di altri
aspetti di questo svelamento, ritorniamo di
nuovo al tabernacolo.
3.
L'ultima
porta
Stiamo davanti al
velo, una bellissima cortina con gli stessi colori e
cherubini che abbiamo già visti nel telo interiore (o
soffitto) del tabernacolo.
È
Lui che ci porterà al Padre (Giov. 14:3,6);
per
mezzo di Lui il Padre ci ricondurrà con Lui (1 Tess. 4:14);
è
Lui che trasformerà il corpo della nostra
umiliazione, rendendolo conforme al corpo della Sua
gloria (Filipp. 3:21).
La terza porta è
differente dalle prime due in quanto nel suo disegno
ci sono i cherubini artisticamente lavorati (Es. 26:31).
Questo significa che la terza
porta ci conduce nella gloria celeste dove vi è Cristo.
Il velo è sospeso su
quattro colonne (Es. 26:32),
come anche la cortina della prima porta (Es. 27:16).
Secondo
molti, il numero quattro è il numero della creazione,
in questo caso la nuova creazione.
Così la prima porta indica la
rigenerazione del nostro spirito e lultima porta la
rigenerazione del nostro corpo.
4.
La cortina
squarciata
Gesù è
lultima porta; questo viene anche dimostrato
dal fatto che la cortina del tempio si squarciò in
due, da cima a fondo, nel momento in cui Gesù morì (Matt. 27:51).
Egli è il nostro Precursore, cioè
al Suo ritorno Lo seguiremo anche noi in questo luogo di
gloria e di splendore, per essere sempre insieme a Lui
uniti.
5.
Il corpo
glorificato
Anche
noi, come i Corinzi, possiamo chiederci: «Come risuscitano i
morti? E con qual corpo tornano essi?» (1 Cor. 15:35).
Paolo spiega che il
nuovo corpo uscirà fuori dal vecchio come una pianta
dal suo granello.
Al
ritorno di Cristo, i viventi che Gli appartengono
saranno mutati e i morti in Cristo saranno
risuscitati, lasciando vuoti i loro sepolcri.
Saranno
trasformati in gloria, e nondimeno avranno ancora
la loro personalità: Paolo rimarrà Paolo e
Giacomo rimarrà Giacomo.
Troviamo
una meravigliosa promessa in 1 Corinzi 15:49: «E come abbiamo
portato limmagine del terreno (Adamo), così
porteremo anche limmagine del celeste (Cristo)».
La nostra
somiglianza ad Adamo è stata completa: nel corpo e
anche nel suo stato di peccato e di perdizione.
Così pure
sarà altrettanto completa la nostra assomiglianza a
Cristo risorto e glorificato: Gli assomiglieremo nel
corpo e anche nel Suo stato di santità e gloria.
Saremo simili a Lui (1 Giovanni 3:2).
Possiamo formarci
una pallida idea del nostro corpo futuro, guardando
Gesù dopo la Sua risurrezione, durante i quaranta
giorni in cui apparve ai Suoi discepoli.
Potremo mangiare, ma non avremo bisogno di cibo.
Avremo carne e ossa, ma saranno di una struttura
diversa.
Le distanze non formeranno più alcun ostacolo.
Potremo apparire in stanze chiuse
La gente ci riconoscerà o non ci riconoscerà
come preferiremo noi.
Potremo apparire a loro in un modo spaventevole
oppure in un modo dolce.
Potremo andare al Padre celeste e ritornare in un
batter docchio.
Saremo
nello stesso momento in cielo e sulla terra.
Saremo immortali e incorruttibili.
6.
Manifestati
con Lui
Al ritorno di Cristo,
Egli si manifesterà al mondo, ed ogni occhio Lo
vedrà (Apoc. 1:7).
Sarà
tolto il velo che copre tutte le nazioni (Is.
25:7); tutti i popoli si
prostreranno da-vanti a Lui (Sal.
22:27; Sal. 72:3-12).
Quelli
che saranno risuscitati e trasformati, Gli
andranno incontro (1
Tess. 4:15-17) e ritorneranno
insieme a Lui con un corpo glorificato. Gesù
ritornerà coi Suoi santi (1
Tess. 3:13) e saremo manifestati con
Lui in gloria (Coloss. 3:4).
Quanto sarà grande
lo stupore delle nazioni, quando vedranno i cieli
aperti e ritornare in gloria Colui che avevano
disprezzato, scartato e trafitto (Is. 52:13-15)!
Grande
sarà anche il loro stupore quando vedranno
ritornare insieme a Lui quelli che essi, durante
tutti i secoli, avevano sprezzati, sminuiti,
negati, perseguitati, maltrattati e uccisi per la
loro fede in Gesù!
I
popoli vedranno con ammirazione Gesù stesso nei
Suoi (2 Tess. 1:10) e
così Egli sarà in loro glorificato.
Questa manifestazione dei
figli di Dio è la speranza della creazione (Rom. 6:19-23). |
Fin quando il velo
è chiuso, non si vede larca nel tabernacolo di
Dio. Nello stesso modo non si vede ancora in noi, il
tempio vivente, la presenza e la gloria di Dio e
dellAgnello; se ne vede al massimo una parte o
unombra in quelli che vivono nella potenza
dello Spirito Santo.
Grazie
a Dio, non sarà sempre così.
Al suono
dellultima tromba sarà aperto il tempio nel
cielo (Apoc. 11:19),
il
velo sarà tolto e noi vedremo Cristo faccia a
faccia (1 Cor. 13:12), come la
sposa toglie il velo alla presenza dello sposo
nel giorno delle loro nozze.
Quale gioia ci sarà, non solo per
noi, ma anche per Cristo stesso!
Allora tutte le nazioni
vedranno chiaramente manifestata la presenza del Dio
Trino e del Suo trono in noi.
La nostra gloria sarà
indescrivibile
7.
Chi entrerà?
A chi spetta questo
alto privilegio di entrare nel luogo santissimo al
ritorno di Cristo, per vederLo faccia a faccia come
Egli è?
Non
sarà per tutti, nemmeno per tutti quelli che si
chiamano cristiani. La Parola di Dio ne parla
chiaramente.
Sarà
solamente per coloro che si sono arresi a Cristo,
per coloro che Lo hanno servito (Apoc.
22:4),
per coloro che hanno conosciuto le sofferenze di
Cristo (Rom. 8:17), per coloro
che sono stati uccisi per la Sua testimonianza (Apoc.
20:4).
Sarà per
coloro che sono entrati nel santuario e vi
adorano (Apoc.
11:1),
per coloro che si sono preparati, avendo le
lampade piene dolio e accese (Matt.
25:10),
per coloro che Lo hanno aspettato per la loro
salvezza (Ebr.
9:28),
per tutti quelli che hanno amato la Sua
apparizione (2
Tim. 4:8),
per coloro che hanno vegliato e pregato in ogni
tempo (Luca 21:36). |
Come potremo essere
congiunti a Cristo come Sua sposa se in noi il
desiderio di vederLo non supera ogni altro pensiero,
se il Suo ritorno non è il movente principale della
nostra vita?
Dovremo
essere santi ed irreprensibili come una sposa
gloriosa, senza macchia di impurità, senza ruga
di amarezza o preoccupazione o cosa alcuna simile.
Egli ci ha promesso che Lui stesso
ci farà così comparire dinanzi a Sé (Efes.
5:27), perché Lui stesso ci santifica e
ci purifica.
«Or
lIddio della pace vi santifichi Egli stesso
completamente; e lintero essere vostro, lo spirito,
lanima e il corpo, sia conservato irreprensibile,
per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Fedele è
Colui che vi chiama, ed Egli farà anche questo» (1 Tess. 5:23-24)
|